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MANGROOVIA, IL NU-SOUL CHE ASPETTAVAMO (L’INTERVISTA)

Come vi siete conosciuti?

Ci siamo conosciuti tutti circa 4 anni fa a Bologna mentre frequentavamo gli studi Musicali. Eravamo praticamente tutti musicisti che volevano metter su un gruppo di musica originale.

Il primo anno e mezzo all’incirca lo abbiamo speso per suonare per lo più in giro e stavamo capendo ancora cosa sarebbe uscito fuori dal progetto. Oltretutto inizialmente non eravamo ancora “completi”: all’inizio eravamo in tre, Vincenzo Destradis (voce), Simone Pizzi (Piano,Synth) e Vincenzo Messina (batteria); poi si +è inserito Filippo Bubbico al Bass Synth che nella sua breve permanenza ci ha dato molti spunti compositivi; quando poi se ne è dovuto andare Filippo, Vyasa Basili lo sostituisce come vero bassista. Con tutti abbiamo stretto una grande amicizia

Cosa significa il nome del gruppo?

La parola “Groovia” viene dalla coincidenza lessicale della “Mangrovia”, una formazione vegetale che si sviluppa sui litorali bassi delle coste tropicali i cui cespugli sono del tutto simili ai capelli del Frontman; non da meno è la somiglianza con la parola “Groove” che in musica denota un certo modo di portare il ritmo e di far musica.

Mangroovia è l’unione di questa parola più il “Man”: “Hey Man!”, un inglesismo che proviene per lo più dai musicisti Americani come per dire “Hey amico”.

Il vostro omonimo lavoro discografico è un incontro tra nu-soul ed elettronica. Come avete lavorato per realizzarlo?

Di solito quando siamo tutti insieme si provano idee già ragionate : Vincenzo Destradis e Simone Pizzi i compositori principali che, come il caso a voluto, abitando nello stesso condominio spesso si trovano generandol’impalcatura generale di un’idea.

Quando siamo in sala prove invece si possono rimescolare le carte in tavola modellando la struttura del brano, la ritmica del basso e della batteria, la scelta armonica che può spesso variare e questo grazie al contributo fondamentale degli altri elementi del gruppo. Per fare un esempio Golden Cage, il nostro primo singolo, ha una impalcatura nella prima fase del brano ragionata molto a “tavolino”. La seconda l’abbiamo ideata per lo più suonando insieme in sala prove!

Come lavorate in studio?

Abbiamo autoprodotto l’Ep e abbiamo ragionato tutti su come far funzionare al meglio i brani. Si registra spesso le bozze e si riascoltano per capire cosa può funzionare e non. Spesso si ragiona più sulla ritmica, che può fare la differenza e a volte su una linea di basso. Dipende: a volte si compone un brano in poco tempo e funziona molto meglio al contrario degli altri.

Quali sono stati i vostri artisti di riferimento?

Guardando soprattutto ai nostri giorni ci vengono in mente artisti come Thundercat, Gotye, J dilla, Tame Impala, Little Dragon…Un elenco sicuramente non eterogeneo!

Vincenzo Messina in maniera simile a Vyasa Basili (Bassista) hanno una vena ritmica Filo-americana, vengono in mente gli Hiatus Kaiote o Robert Glasper Experiment.

Poi ci sono Simone Pizzi e Vincenzo Destradis (rispettivamente tastiere/Synth e Frontman) se il primo proviene da una formazione più classica Europea, ispirato molto anche dal filone Indie/Rock internazionale, il cantante ha tendenze incentrate più sull’ R&B e il Soul.

Con chi vi piacerebbe fare un featuring?

Esenddo una Band siamo meno predisposti a fare una featuring in ogni caso ci piacerebbe collaborare con rapper forti del anorama Italiano come johnny Marsiglia oppure Ghemon nel cantato e nel rappato.

Siete al lavoro su novità discografiche?

Si, abbiamo un repertorio inedito ancora, che portiamo principalmente in Live che pian piano verrà alla luce. Ci vorrà ancora un po di tempo e sarà un evoluzione rispetto all’Ep “Mangroovia”.​

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