ARTISTA ALLO SPECCHIO: MASSIMO PASCA (PAPA MASSI)
Ciao Massimo, presentati ai lettori di Music in Black
Piacere amanti della black music mi chiamo Massimo per molti sono stato e sono ancora Papa Massi ex voce della reggae band Working Vibes ma anche selecta ed mc’s fin dalla metà degli anni novanta soprattutto in Toscana dove ho vissuto per più di venti anni. Vivo grazie alla mia passione per l’arte. Pittura e disegno sono sempre in dialogo con la musica e spesso le modalità di esecuzione si scambiano.
Quando è nata la passione per l’arte e per la musica?
Ho avuto due grandi scuole quella della mia famiglia che mi ha fatto appassionare a tutto ciò che è l’arte (i miei insegnavano storia dell’arte ) e quella scuola che ho frequentato da solo, fatta di Posse, sound system, convention di writing, che ho frequentato a Pisa, una delle città dove la cultura hip hop è sempre stata viva. Grazie a tante crew che ho frequentato (C.B.W, Ganjamilla Crew,) e di cui ho fatto parte come mc e raggamuffin singer, contribuendo a far crescere un movimento che inizialmente era molto unito sul versante musicale di rap e reggae in manifestazioni come il mitico Panico Totale, dal quale e nel quale sono passati e cresciuti il fior fiore di writers, dj’s e ballerini. Dopo i primi anni con dj Drago (che oggi è ancora uno dei promotori della black music a Pisa) cantando sulle sue selezioni hip hop, jungle e rap, ho frequentato i Black Heart sound system con cui ho girato l’italia al microfono, e i Trinacria Giò Family fratelli e amici di una vita. In seguito ho fondato i Working Vibes con i quali ho registrato quattro album e suonato praticamente ovunque.
Qual è il tuo miglior pregio?
Non credo tanto alla dicotomia pregio/difetto, dividere le due cose serve solo nel momento in cui bisogna o esaltare qualcuno o giudicarlo e sono due aspetti che onestamente non mi interessano. Mi piace molto di più parlare dell’operato, dire ad esempio : “Questa cosa che hai fatto è secondo me una stronzata grandissima! “ oppure : “Wow! il tuo gesto mi ha emozionato, mi ha reso felice!” Mi piace pensare che tutti facciamo grandi cose e grandi stronzate qualche tempo dopo. Fortunatamente.
Qual è invece il tuo miglior difetto?
Qui ti rispondo con quello che dicono gli altri di me, per confermare quel che ti ho detto prima.
Dicono che sia l’ansia. Non è forse l’ansia anche movimento? Non può essere conduttrice di energia?
Descriviti con 3 aggettivi…
Caparbio, se decido di fare una cosa il problema non è farla, il problema è già risolto perché è stato decidere di farla. Rotondeggiante, nella rotondità c’è tutto ci siamo noi quando eravamo bambini, nella pancia della mamma, dietro a un pallone, nella linea di un pennarello, “La linea retta è la linea degli uomini, quella curva la linea di Dio” è una cosa che diceva Antoni Gaudi e sono d’accordo .
Sincero, non sempre purtroppo (come ogni uomo ho l’istinto di sopravvivenza) ma il più possibile, la sincerità è come un muscolo che va allenato, soprattutto con se stessi, se ne apprezzano i risultati e se ne pagano le conseguenze.
Sogni nel cassetto?
Ultimamente il sogno nel cassetto è disegnare a pennarello un muro interno lungo 111 metri, ascoltando in loop una playlist del mio amico Max Nocco di 111 minuti.
Per due motivi: il primo vedere quanto ci metto (basta metterci meno o più di 111 giorni), il secondo perché il numero 11 mi perseguita e sono sicuro che dopo un muro di 111 metri questa storia finirebbe.
Il film più bello che ti ha cambiato la vita?
Non mi ha cambiato la vita ma è uno dei miei preferiti “Nuovo Cinema Paradiso”, ma sul podio ci sono anche “C’era una volta in America” e “Tempi Moderni”. Ma che dico? Mica posso dimenticare i film di Pasolini! E neppure “Così Parlo’ Bellavista”, “Io chiara e lo scuro” di Francesco Nuti, “Ovosodo” di Virzì, “Il posto delle fragole”, “i 400 colpi”, “il Mucchio selvaggio”, “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” …. Avevi detto uno giusto?
Una citazione o una frase che ti ha colpito?
“Mai tornare indietro, neppure per prendere la rincorsa” che è disegnata in una tavola di Andrea Pazienza.
Artista preferito?
Ne amo 12, che è il numero preciso, e ti giuro che li amo tutti alla stessa maniera. (Evito l’elenco)
Come ti vedi tra 10 anni?
Con Caterina (la mia compagna) e la grande novità del secolo, il teletrasporto, attivabile direttamente dal divano di casa, e senza scatto alla partenza.