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Aurora: “Cantare è per me l’insieme di mente, anima, corpo e spirito”

Quando è nata la tua passione per la black music?

Una foto mi ritrae a due anni mentre canto nel coro dell’asilo e da lì non ho più smesso.
Cantare è per me l’insieme di mente, anima, corpo e spirito…affascinante come un essere umano riesca a produrre, senza aver bisogno di altro, una forma artistica così completa! Mia madre cantava in un coro religioso e il gospel è stato un ascolto sempre presente per me, così come le grandi interpreti italiane anni ’60 e poi Aretha Franklin, Tina Turner…voci che hanno accompagnato la mia crescita. Sin dall’adolescenza, facendo parte di diverse band soul e rock, è stato naturale avvicinarmi all’ascolto di Janis Joplin, Joe Cocker, Stevie Ray Vaughan, Lauryn Hill, tutto mi ha portato, 15 anni fa, alla conoscenza del mio grande amore…la
reggae music….e lì un mondo si è ulteriormente aperto ai miei occhi.

Quale motivo ti ha portato ad aderire al progetto Women in Black Vol. 2?

Ho sempre creduto nell’importanza per le donne di unirsi e rappresentarsi perché questo genera un’identità e, come tale, emergere da un non meritato anonimato diventa possibile; inoltre, nella figura di Alessandra Margiotta, ho colto la profondità della sua intenzione: ci sono da sempre molte compilation nel reggae di cantanti uomini mentre più rari risultano gli album di black music al femminile…un ottimo progetto!
E’ indispensabile misurarsi con le proprie capacità, mettersi in discussione e avere un messaggio da comunicare. Mi piace il confronto e la diversità; ritengo che solo in questo modo si possa crescere come artisti e, soprattutto, come individui. Metto grinta e passione in ciò che è nuovo, ho sempre sostenuto ciò che pioneristico e credo che questo disco abbia potenzialità importanti.

In Italia non è semplice lavorare con la musica. Tu come cerchi di sopravvivere sulla scena?

Lavorare con la musica in Italia?? C’è la domanda di riserva?
E’molto difficile vivere di musica e questa, ahimè, non è una novità!
Oltre alla mia attività artistica, svolgo quella del medico psicoterapeuta, ed insieme ai concerti con la band, siamo sempre riusciti ad autofinanziarci ed autoprodurci: quando non potresti vivere senza cantare, senza comporre canzoni con la chitarra e con la band…il modo per resistere e sopravvivere si trova sempre.
L’energia positiva è quella di credere negli incontri, nelle scelte come ho scritto nel mio ultimo brano: ‟.. c’è sempre un senso nel dettaglio di un momento, c’è sempre un senso nell’incrocio di due vie…”. I will never give up!

Con quale grande artista internazionale ti piacerebbe fare un featuring?

“Cantandomi addosso” e avendo sempre interesse ad interagire con gli altri in cerca di quella meravigliosa contaminazione artistica che è per me vitale, farei un featuring con moltissimi artisti.
Sicuramente mi piacerebbe cantare con i Dub Inc; possiedono delle voci clamorose e, avendo suonato con la mia band all’apertura del loro concerto, ho potuto conoscere il loro modo di vivere la musica, sempre orgogliosi e gelosi della propria originalità.
Sarebbe di certo un’intensa esperienza cantare con Tracy Chapman…Erika Badu…

Qual è l’ultimo disco che hai ascoltato?

Di solito ascolto più dischi contemporaneamente…mi piace essere inconsciamente influenzata da più ascolti…gli ultimi sono: Missundatzood di Pink, L’amore è facile, non è difficile di Gabriella Ferri, Monkey Man dei Toots & Maytals e Light di.Matisyahu.

Quali progetti hai per il futuro?

Concerti, concerti…live ..live, scrivere sempre nuove canzoni, evolvere, migliorare…e viaggiare portando il più lontano possibile la mia musica…la mia personalità.

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