Intervista al gruppo RADICI NEL CEMENTO con la partecipazione al Taragna Fest
Ciao Radici Nel Cemento, iniziamo con la classica domanda, perché avete scelto questo nome?
GIORGIO. Ciao Alessandra, ci piaceva l’ immagine delle radici dei pini secolari che spaccano il cemento delle strade, dalle nostre parti non è inusuale poterli osservare. Poi c’ era anche un’ aspetto metaforico : un mondo musicale nascosto ma potente che cercava di emergere
GIULIO. Si e la metafora può anche abbracciare un’ orizzonte più ampio… le radici intese come le varie culture del mondo che spaccano il cemento della società del mercato che tende a uniformare tutto ovunque..
Come avete iniziato a suonare insieme? Com’è nato il vostro incontro?
GIORGIO. Eravamo semplicemente un gruppo di amici, quella che oggi si chiamerebbe una ” crew “..facevamo parecchie cose insieme , si andava ai concerti, ai cortei, si giocava a pallone..mettere in piedi una band è stata la conclusione quasi fisiologica di un percorso, non pensavamo certo di ritrovarci qui dopo piu’ di 20 anni..
GIULIO. I gruppo e’ nato essenzialmente dalla voglia di fare qualcosa in collettivo.. qualcosa che avesse un senso e ci prendesse anima e cuore… e il gruppo musicale era tutto questo.. impegno e svago.
Dopo tantissimi concerti ed eventi, quale ricordate maggiormente e perché?
GIORGIO. Credo che in questo caso ognuno abbia la sua personale risposta. A me piace sempre ricordare il concerto al Rototom Sunsplash con Aton Ellis, sia per la qualità umana ed artistica del personaggio, sia per il contesto e l’ atmosfera che si respirava quella sera.
Una citazione lo merita anche il concertone di capodanno di 3 anni fa ‘ al Circo Massimo : non capita tutti i giorni di suonare nella propria citta’ davanti a piu’ di 100.000 persone..
GIULIO. Il concerto con Alton Ellis e’ stato sicuramente uno dei più intensi ed emozionanti, ma dopo tanti anni e tanti palchi in effetti ci sono molti episodi significativi, ognuno per un verso.. dai concerti in piazza per qualche campagna particolare come quella per l’ acqua pubblica o quelli all’ estero dove abbiamo avuto occasione di conoscere luoghi e persone sempre importanti per il nostro cammino e cofrontarci con tanti altri gruppi..
Cosa volete dire riguardo la vostra partecipazione al Taragna Festival?
GIORGIO. E’ un piacere vero, abbiamo suonato molto da queste parti, sin dai nostri primi anni di attività, e abbiamo avuto modo di apprezzare a fondo lo spirito delle persone di queste zone, in definitiva ci assomigliamo parecchio e torniamo sempre molto volentieri.
GIULIO. Che e’ sempre un grande piacere visto che li in quella zona abbiamo un legame che dura da tanto.. e poi musica e polenta stanno bene insieme no?
Quali sono stati i vostri artisti di riferimento?
GIORGIO. Anche in questo caso risulta difficile dare una risposta univoca : sicuramente quello che ci accomuna è la passione per il roots classico e il dub, in particolare la scena inglese che si e’ sempre contraddistinta per un certo impegno sociale.
poi senza dubbio il calipso, rocksteady e lo ska giamaicano, il two tone e il punk. Facendo qualche nome : Belafonte, Alton Ellis, Steel Pulse,Linton Kwesi Johnson, Clash, Manonegra.
In Italia, gli Africa Unite hanno uno stile differente dal nostro, ma ” Babilonia e Poesia ” ci ha convinti della potenzialita’ del reggae in italiano, in un periodo in cui era piu’ semplice scopiazzare il reggae giamaicano.
GIULIO. Copio la lista di Giorgio.. hehehe.. e aggiungerei che noi ci sentiamo un po’ atipici rispetto a tanti altri gruppi “reggae” perché in realtà noi non facciamo propriamente “reggae”, cioè, a noi piace mescolare le ritmiche che sentiamo adatte di brano in brano.. facciamo canzoni, perciò poi ci piace vestirle con varietà.. e quindi ad un nostro concerto si passa dal reggae allo ska al rocksteady al dub.. e se c’e’ da aggiungere qualche chitarra distorta non ci tiriamo indietro…
In Italia è difficile fare il musicista?
GIORGIO : No, non è difficile, e’ impossibile. A meno che non si entri nel cosiddetto ” main stream “, ma facendo reggae in italiano, per di più abbastanza schierato, non e’ la cosa più semplice del mondo.
GIULIO: E’ molto difficile. mancano tutta una serie di regole e una struttura che si adatti ai bisogni dei tanti che fanno musica lavorando sodo ogni giorno ma che magari non frequentano ne’ tv ne’ radio mainstream.. e che si sforzano di creare e diffondere lavori originali.
Siete sulla scena da tantissimi anni, cosa ‘bolle in pentola’ di nuovo?
GIORGIO : Il 21 giugno è uscito un singolo nuovo, con relativo clip. D’ estate saremo in giro per concerti, come sempre, poi riprenderemo il discorso creativo in previsione di realizzare un nuovo album il prossimo anno.
GIULIO: Il 21 giugno è uscito un nuovo singolo “La Ginnastica Der Core”, un pezzo impegnatissimo visto che parla della forza più potente al mondo.. hehehe.. poi si continuerà a lavorare per un nuovo album che vedrà la luce nei prossimi mesi.