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IDRISMAN RACCONTA IL SUO NUOVO ALBUM “3775”

Idris, in arte idrisman, è un artista nato in provincia di Milano da padre palestinese e madre italiana. Il suo primo approccio con la musica è iniziato all’età di 13 anni suonando il basso. Successivamente poi l’amore per la black music. In questa intervista ci racconta il suo ultimo album “3775”.

 

3775 è il tuo nuovo lavoro discografico. Colpisce subito il titolo: qual è il significato?

3775 è la distanza da percorrere in auto da casa mia in Italia a casa mia in Palestina. Peccato che sarebbe un viaggio molto lungo e pericoloso passando tra bombe e moltissimi controlli…chissà che un giorno non si possa fare.

Come hai lavorato sui brani?

Sono partito dai testi per trovare poi una melodia; successivamente ho contattato PrinceVibe per produrre un beat con la melodia che avevo scelto per poi creare il pezzo e registrarlo. PrinceVibe è un produttore molto competente, con moltissima esperienza e mi ha dato consigli preziosi.

Nella track list spiccano le collaborazioni. Questi artisti li conoscevi già?
Teo Rootical è un mio grande amico e siamo legati anche al di fuori della musica, ci conosciamo da parecchio tempo, io lo stimo dal punto di vista musicale che personale. Kg Man invece l’ho conosciuto di persona una decina di anni fa ad una dancehall, mentre Virtus lo conoscevo già come artista, ma l’ho contattato tramite i social e gli ho proposto di
fare un featuring e sono stato molto contento che abbia accettato la collaborazione. Entrambi sono artisti che stimo e apprezzo molto.
I testi sono molto impegnati. Pensi che il linguaggio della musica sia più comprensibile a chi lo ascolta?
Si, penso che la musica aiuti a comprendere meglio i testi e gli argomenti che tratto, perché a volte sono impegnativi, delicati e talvolta non facili da affrontare; tento sempre di lasciare un messaggio positivo, di speranza usando un linguaggio comprensibile, soprattutto ai più giovani. In 3775, essendo il mio primo album, ho voluto parlare soprattutto di me stesso e della mia esperienza personale, delle mie origini e dei miei vissuti Penso che la mia peculiarità sia proprio questa, ossia il fatto di combinare la dancehall da ballare, come nel mio singolo “Boom Boom”, e danchall concious, dove tratto argomenti più delicati ed esperienze della mia vita.
Tra i brani ce n’è uno sulla dislessia. Perché ti sta a cuore questo argomento?
La dislessia fa parte di me, io sono dislessico. Ho iniziato a parlare a 4 anni e ripensando alla mia infanzia mi vengono in mente momenti non facili in cui sono stato in difficoltà, non tutto è stato facile e felice, anzi… mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Alle elementari quando mi facevano leggere davanti a tutti e non riuscivo, stavo male perché non capivo il motivo di tutta quella fatica. Oltre per le mie origini, venivo preso in giro dai miei compagni anche per questo e mi sentivo diverso in tutto. Nel crescere ho capito che la dislessia mi ha dato la forza di affrontare le difficoltà che incontravo e che incontro tutt’ora, in altri modi ma centrando sempre il punto, il mio obiettivo; spesso mi sono accorto di aver anche superato ciò che mi ero prefissato.
Sei al lavoro su nuovi progetti?
Si, in questo periodo sto già lavorando all’uscita di nuovi singoli, sto cercando nuovi spunti e nuove idee… ma per il momento non posso dirvi di più…

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