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MEXØ: “la mia paura più grande è di ritornare per la strada” – Intervista

MEXØ, l’artista della Spezia originario del Messico, si è fatto conoscere nei mesi scorsi attraverso due diversi brani: Solo, un brano trap emozionale e Broken, un pezzo Reggaeton Urban che rispecchia molto le origini Latino-americane di Mexø.

Dopo il successo di questi due singoli, notati dai media nazionali e dalle radio italiane, l’artista, sempre sotto la direzione artistica di Jahcool per Trumen Records, è pronto a pubblicare il suo primo progetto ufficiale. In questa intervista abbiamo cercato di scavare a fondo su chi è questo ragazzo e come vive la musica. Ci ha dato anche qualche spiegazione in più sul trapeton e sui suoi prossimi progetti.

MEXØ il tuo disco è un omaggio ai tuoi genitori. Dentro ci sono tantissime sfumature diverse dal punto di vista musicale. Hai mai pensato di fare anche pezzi in spagnolo?

Devo fare una premessa. In passato non ci avevo pensato tanto. Ora invece, dopo l’uscita di 262, dove lancio il concetto di trapeton che miscela reggaeton e trap e nel brano Yin Yan inserisco un piccolo estratto in spagnolo, credo che inizierò a produrre sempre di più seguendo questa linea. Quindi si, a mano a mano che migliorerò la tecnica vocale e studierò meglio le armonie reggaeton e trap, mi piacerebbe dare vita a brani sempre più ibridi dal punto di vista linguistico.


Nel disco ci sono tanti temi che riguardano le generazioni più giovani come le tue. Come giovane, in che modo vivi l’epoca attuale? C’è qualcosa che ti fa paura?

Cose che mi fanno paura ne ho, come tutti credo. Per quello che ho vissuto da bambino, la mia paura più grande è di ritornare per la strada senza niente. Ho paura di non riuscire a proteggere e aiutare la mia famiglia, i miei fratelli, i miei figli (se ne avrò) e la madre dei miei figli. Parlando della mia generazione, invece, penso che ci sia ansia e paura per quello che sta succedendo ora con i russi e la guerra. Penso che sia brutto dover vivere con l’angoscia di non sapere se ci sarà un domani. Non ho idea di quale possa essere la soluzione. Sicuramente ignorare che c’è un problema non è la cosa giusta da fare. Noi giovani, con tutti i problemi di una società sempre più malata come quella di oggi, vorremmo semplicemente sentirci tranquilli. Ci sono i disastri naturali, la povertà, la fame nel mondo, le malattie, la morte. Davvero bisogna temere anche la nostra stessa specie per colpa di soldi, territori, nazionalismi e cose del passato? La guerra non serve a niente.

Qual è il pezzo che preferisci del disco e perché? Sei legato a uno in particolare?

Sento che 262 è in generale un traguardo e sono molto soddisfatto di ogni brano. Non sono legato a nessuno in particolare. In ogni pezzo racconto qualcosa di successo in questi ultimi anni, da serate fuori a delusioni. Semplicemente la mia vita da giovane nel mondo. Sono legato al progetto perché è il mio primo disco ufficiale. Qualcosa di mio e personale. Posso dirti però che due brani, Yin Yan e Pretty, sono quelli che dal punto di vista vocale mi esaltano di più. Sento di essere riuscito a dare quella energia e adrenalina che negli altri brani non sono riuscito a dare.

Ci racconti di una tua giornata in studio?

Quando sono in studio, di solito, arrivo preparato e so già cosa devo fare. Preparo a casa tutto, faccio delle prove e ho ben chiaro che risultato finale ho. Altre volte invece mi viene l’ispirazione e registro in freestyle, seguendo il mood del momento. Una giornata in studio è molto rilassante e tranquilla, ad esempio durante la registrazione di 262 con Emanuele, che è uno dei ragazzi che si è occupato del progetto e della creazione del beat di -Yin Yan, i giorni in studio sono stati molto piacevoli. Lui avendo più esperienza nel canto di me, mi ha aiutato nelle parti melodiche del disco e mi dava consigli su certi errori che non notavo. Nel complesso è stata un’esperienza educativa per le cose nuove che ho imparato. Lo studio è il mio “happy place” perché creo guidato da professionisti che sanno dare consigli e che amano fare il loro lavoro. Io miglioro così: praticando, esercitandomi, potenziando le mie abilità e non chiudendo mai le porte alle opinioni di persone che amano quello che amo io.


So che di questo disco uscirà un video estratto a luglio.

Il Video di Yin Yan è stato girato in uno studio di Torino, sotto la direzione di Andrea Amarotto. Come dicevo prima, questo è uno dei pezzi in cui ho dato il meglio vocalmente. Il titolo anticipa già i concetti di Bene e Male del Taoismo. Nel brano si parla di energia e di positività dopo una rottura, tra l’altro questo è l’unico brano del Disco in cui canto una parte in spagnolo facendo riferimento al mio alter ego messicano ossia il “Male” che è contenuto dal mio lato italiano ossia il “bene”.

Hai in mente di fare concerti in estate?

Si, mi sto già organizzando per delle serate un po’ in tutta la Liguria e zone Limitrofe. Non c’è ancora niente di definitivo quindi non posso dare tante informazioni al momento però ci stiamo muovendo per questo. Molte serate saranno comunque vicino alla Spezia o in ogni caso partendo da qua. Dopo l’arrivo del Covid è stato difficile organizzare live e quindi come la maggior parte degli artisti ho iniziato a muovermi più sul digitale.

https://www.instagram.com/mexo_ox/

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