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TIZLA: “credo nella forza che nasce dall’unione di molte donne, come noi nella compilation”

Quando è nata la tua passione per la black music?

E’ iniziata quando ero davvero piccolissima…ricordo che mio padre aveva un giradischi e aveva molti vinili, tra cui Thriller di Michael Jackson, uscito qualche anno prima, e io impazzivo ogni
volta che lo suonava,è stato amore a primo ascolto! Ero letteralmente invasata da quel suono e da quel ritmo e cercavo anche di imitare le mosse di Michael nel video! In seguito ho cominciato a suonare il pianoforte, il clarinetto e a praticare la danza e ho sempre avuto, fin da piccola, un gusto spiccato per la musica retrò…mi piaceva il jazz, il blues, lo swing, e anche del repertorio italiano tendevo a preferire artisti come Fred Buscaglione, Mina, Nicola Arigliano, Renzo Arbore, il Trio Lescano…per quanto riguarda il repertorio internazionale, amavo Frank Sinatra, Ella Fitzgerald, Louis Armstrong, Aretha Franklin,Sam Cooke, Etta James, Ray Charles e molti altri,e poi Lauryn Hill, quando l’ho sentita per la prima volta, frequentavo ancora le elementari, ma ricordo quanto mi aveva sconvolto quel suono cosi profondo e quel ritmo pazzesco. E poi Witney Houston, Mariah Carey, Mary J Blige, ma anche gruppi come i Blur, i Madness, gli Spandau Ballet,i Beatles,…ho sempre amato la musica, e non sono mai stata a digiuno di dischi! E poi verso i 12-13 anni circa sono arrivati Bob Marley e la musica reggae, e niente è stato più come prima! Quel ritmo ipnotico e continuo mi ha completamente assorbita…il reggae non è come gli altri generi di musica, è una vibrazione che abbiamo dentro, è legato a qualcosa di ancestrale e innato, come il battito del cuore, la respirazione, è il ritmo della vita, è uno stile di vita, è un approccio diverso nell’ affrontare le sfide di tutti i giorni, è una religione, che io amo molto, pur non essendo Rastafariana. Chi vive questa passione smodata e viscerale per la musica reggae, sa cosa intendo quando dico che una volta che ne vieni assorbito, sarà impossibile liberartene, perchè ti connette a te stesso, ricongiunge le tre dimensioni, corpo mente e spirito, portandoti in uno stato meditativo…il reggae delle origini ha più a che fare con la magia, che con la tecnica musicale in sè, e la sua connessione con la danza è imprescindibile…sono stati questi gli elementi che mi hanno fatto innamorare della musica reggae.

Quale motivo ti ha portato ad aderire al progetto Women in Black Vol. 2?

Principalmente perché credo nella forza che può generare l’unione di molte donne insieme, artiste poi, unite insieme in una compilation, ancora di più. Abbiamo una grande responsabilità come donne in questo momento storico, è arrivato il momento di farci valere per la sostanza oltre che per la forma, e comunque siamo e saremo sempre le colonne portanti della famiglia e della società. Ho partecipato anche alla prima edizione di Women in Black, ed è stata una bella esperienza, e quindi sono stata felice di essere ricontattata per partecipare alla seconda edizione, anche perché questa volta i brani saranno inediti e i ritmi di Andrea Dima (Rising Time), mi hanno conquistata subito!!!

In Italia non è semplice lavorare con la musica. Tu come cerchi di sopravvivere sulla scena?

Ci sono stati tempi decisamente migliori, questo lo devo ammettere, ma la musica è un percorso
di vita principalmente, e come tale presenta alti e bassi…al di là del fatto che sia difficile arrivare a fine mese con i proventi di concerti etc, io credo che l’importante sia continuare a fare, in qualunque modo, continuare a studiare e a perfezionarsi, continuare ad incidere, continuare a
suonare, continuare a scrivere! Io ora mi sto dedicando anche allo studio del sassofono contralto,
cosa che mi stimola e mi riempie di gioia ogni giorno…e sono contenta di crescere e di approfondire sempre di più la conoscenza di questa materia vastissima che è la musica.

Con quale grande artista internazionale ti piacerebbe fare un featuring?

Domanda da un milione di dollari…direi così a bruciapelo, Mark Ronson, che per me uno dei più
grandi produttori in circolazione, ha un gusto e un tocco inconfondibile!

Qual è l’ultimo disco che hai ascoltato?

Noora Noor – Soul Deep, un album bellissimo! Lei ha una voce spettacolare, ed è un lavoro
decisamente old school (come piace a me!), curato nei minimi dettagli… Un disco che ti riporta agli anni della Motown, del soul, del funky,…consigliatissimo!!!

Quali progetti hai per il futuro?

Il mio primo progetto è sicuramente registrare il prossimo disco, che è in realtà ho già scritto, ma
che aspetta di prendere la forma giusta…è la cosa a cui più voglio dedicarmi nei prossimi mesi,
assieme ovviamente all’attività live, che riprenderà quest’estate…ci sono tante cose che bollono in pentola, e sono molto propositiva per quest’anno…anche perché il 17 è sempre stato il mio numero fortunato!

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